venerdì 28 settembre 2007

Intervista a Massimo Cecconi (Provincia Cosentina Martino Ciano)


PRAIA A MARE – Per tutto luglio ed agosto si terrà la mostra d’arte “Libertà, Colore, Spirito” del maestro Massimo Cecconi accademico, pittore, scultore romano che inizia la sua strada nel lontano 1960 collaborando con il maestro Luigi Servolini. Dopo gli studi accademici a Roma, il Cecconi, pone nelle sue opere il discorso poetico e colorista avvicinandosi a correnti metafisiche e figurative. Nei suoi lavori si sente l’autentico e sviscerato amore per l’uomo ed il suo dramma esistenziale e tutto questo si legge nelle sue spatolate, che ferma sulla tela con tonalità contenute e sempre in armonia con la prorompente luminosità di cui queste si caratterizzano. Come ha voluto ribadire Vito Riviello, critico d’arte, nelle opere di Cecconi si legge un certo amore verso quella natura sempre più umiliata dal neoconsumismo e facendo di ogni sua pittura una confessione pubblica. Un misto d’emozioni contrastanti, dunque, che generano stati d’animo diversi nell’osservatore, lasciandolo a metà strada tra lo stupore e l’inganno prima di abbandonarlo nella lunga strada verso la ricerca del significato intrinseco dell’opera. Nella sua lunga carriera il maestro Cecconi ha ricevuto riconoscimenti in tutto il Mondo e ha costruito la sua fama grazie a collaborazioni illustri con notissimi pittori dell’arte contemporanea quali Ugo Attardi, Ennio Calabria, Renzo Vespignani. Ha esposto in molte manifestazioni culturali, dalla sala Protomoteca in Campidoglio dove ricevette il primo premio dell’Accademia Nazionale Città Eterna dal suo maestro Servolini; sino all’esposizione su richiesta della RAI alla manifestazione “Concerto senza Tempo” presso il Pavillon di Villa Miani. Difensore acerrimo del ruolo dell’artista “come colui che deve aprire i cuori chiusi di coloro che non hanno ricevuto dalla natura il dono del senso artistico”, il maestro Cecconi dimostra anche le sue perplessità verso un Mondo che inibisce più che stimolare l’arte in tutte le sue sfumature rendendo così difficile la sua divulgazione in terre aride, in cui l’artista è mero sognatore di se stesso più che uomo tra gli uomini capace d’insegnare, senza presunzione, che tutto esiste e vive in noi. “Questa ostilità verso l’arte – continua Cecconi - ha prodotto un artista non più libero nonostante egli possa oggi sputare o fare a pezzi una tela e considerarla opera, ma seguace di teorie che gli vengono incollate sulla pelle che lo rendono meno libero di un artista rinascimentale a cui le opere venivano commissionate. Tale ostilità viene costruita da quel binomio pubblico – privato che dovrebbe avere la forza di commissionare opere che diventino patrimonio della società, che sanno testimoniare che la vita in fondo è a colori e non in bianco e nero. L’artista quindi è sognatore di un mondo che non c’è più. Diventa come diceva Brecht colpevole di dipingere un fiore mentre l’uomo uccide l’uomo”. E’ proprio all’interno di questa coraggiosa denuncia che crea scandalo, che le opere del maestro prendono forma e vigore; una continua fuga da quella realtà che troppe volte traccia le sue opere di colori ombrosi e privi di luminosità.

1 commento:

Agnesina Pozzi ha detto...

su questo blog sono visibili alcune opere del Maestro

http://massimo-cecconi.blogspot.it/2013/09/massimo-cecconi-opere.html